Pappagallo cenerino: censimento
Il Parco Faunistico Le Cornelle ha sponsorizzato l’Università di Makerere (Kampala, Uganda) per una ricerca sul campo sulla biologia del pappagallo cenerino, uno dei pappagalli più noti al grande pubblico ma d’altra parte anche meno studiati nel suo ambiente naturale. La ricerca è iniziata nel 2002 con un programma che viene svolto da un giovane studioso locale, John Bosco Amuno, con la supervisione congiunta della prof. Christine Dranzoa (Università di Makerere) e del prof. Renato Massa (Università di Milano Bicocca).
Gli obiettivi della ricerca sono:
(a) censire le popolazioni di pappagallo cenerino esistenti in Uganda.
(b) determinare la natura e l’importanza dei loro movimenti giornalieri e stagionali.
(c) effettuare registrazioni delle vocalizzazioni da utilizzare come campioni nell’ambito degli studi già in atto a Milano sul linguaggio dei pappagalli.
I metodi di lavoro sono stati messi a punto in una breve spedizione di due settimane cui hanno partecipato nello scorso mese di agosto John Bosco Amuno e Renato Massa. Ora si continuerà a lavorare nelle varie foreste tropicali ugandesi anche nel prossimo inverno.
Il pappagallo cenerino è una tipica specie di foresta tropicale ed è il pappagallo africano di maggiore taglia, raggiungendo i 35 cm di lunghezza e i 500 g di peso. Il censimento delle sue popolazioni non è un’impresa facile perché questi uccelli non si distribuiscono nel loro ambiente in modo regolare ma vivono in gruppi variabili a seconda della stagione e si spostano da dormitori (roosts) ad aree di alimentazione variabili lungo vie aeree (flyways) a loro volta variabili in funzione della localizzazione dei dormitori e delle aree di alimentazione.
Per potere realizzare il censimento è quindi necessario reperire i dormitori e contare i pappagalli che vi si recano percorrendo le loro flyways. La ricerca dei dormitori dovrebbe anche consentire di studiare le variazioni delle aggregazioni dei pappagalli nel corso delle diverse stagioni cercando di capire per quali motivi nelle flyways si trovano gruppi variabili dai 2 fino ai 15-20 individui e nei roost si raccolgono anche diverse centinaia di individui. L’operazione di censimento dovrebbe riguardare tutte le residue foreste dell’Uganda che ormai coprono complessivamente appena il 3% del territorio nazionale (circa 7000 kmq, un’area vasta poco più di un quarto della Lombardia).
Altro tema è quello dei movimenti giornalieri e stagionali dei pappagalli. Si sa per certo che alcuni pappagalli africani come il pappagallo di Jardine o il pappagallo del Capo possono coprire ogni giorno anche distanze di un centinaio di chilometri pendolando dai luoghi di riposo a quelli di alimentazione. Del pappagallo cenerino si possono osservare flussi di ingresso verso zone di alimentazione nelle prime ore del mattino e flussi di uscita in senso inverso verso sera. La conoscenza dettagliata dei siti di riposo e delle vie di spostamento dovrebbe consentire di organizzare nel modo migliore la protezione della specie.
‘ultimo tema è quello dello studio delle vocalizzazioni che poi è quello che da diversi anni costituisce il principale oggetto di studio del gruppo dell’Università di Milano Bicocca facente capo al prof. Renato Massa e alla prof. Luciana Bottoni. Recenti dati indicano chiaramente che i pappagalli imparano a pronunciare parole per cercare di comunicare in una lingua diversa dalla propria. Da diversi anni è quindi in atto a Milano uno studio analitico sulle vocalizzazioni dei pappagalli africani e sul loro significato. Nell’ambito di tale studio ci si propone di registrare vocalizzazioni di pappagalli cenerini in natura per cercare di interpretare i relativi contenuti di comunicazione.